Mentre camminava con la Croce, nel Cuore di Cristo, oltre la sofferenza ed il dolore, c'erano pace e compassione.
Questo era un esercizio costante del Suo Spirito Divino in un corpo umano: trascendere ogni secondo le dimensioni del caos, dell'ignoranza, della malvagità, dove gli esseri che Lo cercavano erano immersi nell'oscurità, ed entrare nelle dimensioni della pace, della compassione, della sapienza, della Verità, dove i Suoi Occhi potessero vedere ogni avvenimento così com'era, e non come sembrava essere.
Gli Occhi del Cristo del Calvario contemplavano il mondo e vedevano una realtà più complessa, più profonda; guardavano la malvagità degli esseri e vedevano essenze prese dal giogo di quella malvagità; conoscevano lo spirito del male che guidava ogni azione di quelli che Lo maltrattavano, e sapevano che il modo per liberare quelle essenze era l'Amore, l'Amore non solo della Croce, ma l'Amore di tutta l'eternità; l'Amore che cominciasse a nascere con il Suo esempio, come una sorgente che sorgesse con l'ultima goccia di Sangue che verrebbe versata dal Suo Corpo, ma che diventerebbe affluente attraverso le anime che, nel corso dei secoli, avrebbero risposto alla Sua Chiamata e avrebbero imitato il Suo esempio, rinnovando e moltiplicando quell'Amore.
In ogni ostacolo della vita, figlio, che i tuoi occhi siano gli Occhi del Cristo del Calvario, contemplando la Verità, e non l'illusione, collocata nelle dimensioni della pace, e non dell'odio, sapendo che la cura proviene dall'Amore vivo, nell'esempio di ogni secondo della vita.
Così è come compirai il Piano del tuo Padre Celeste e sarai uno con Lui in ogni tempo.
Hai la Mia benedizione per questo.
San Giuseppe Castissimo